Fatima piccola schiava bruciata viva a 14 anni

Accade in Marocco,

la poccola Fatima aveva solo 14 anni, è morta tra atroci sofferenze dopo che è stata punita dai padroni che  le hanno dato fuoco chissà per quale motivo.La bambina giungeva all’ospedale di Agadir in fin di vita, e tutti i tentativi dei dottori sono stati vani.I due carnefici sono persone di cultura, perchè lui è un poliziotto mentre  la moglie è un’insegnate.Il tema dei minori che lavorano in Marocco è all’ordine del giorno, ci sono migliaia di bambini che lavorano come domestici oppure nelle campagne con un salario di 10 dollari  al mese, quanto basta per essere evenduta l’adolescenza e la purezzada parte delle loro famiglie.Questo tema stride fortemente con la campagna di sensibilizzazione mondiale sul tema della dignità dei minori.Povertà e ignoranza riducono milioni di bambini  come bestie, e noi adulti siamo i loro carnefici invece di essere la loro libertà e la loro speranza.

Redazione

Festa del papà……Una lettera che arriva al cuore

IL GIORNO IN CUI MI VEDRAI VECCHIO E NON LO SARO ANCORA CERCA DI COMPRENDERMI

SE MI SPORCO QUANDO MANGIO E NON RIESCO A VESTIRMI..ABBI PAZIENZA.

RICORDA IL TEMPO CHE HO TRASCORSO AD INSEGNARTELO.

SE QUANDO PARLO CON TE RIPETO SEMPRE LE STESSE COSE..

NON MI INTERROMPERE ASCOLTAMI.

QUANDO ERI PICCOLO DOVEVO RACCONTARTI OGNI SERA LA STESSA STORIA FINCHE NON TI ADDORMENTAVI.

QUANDO NON VOGLIO LAVARMI NON BIASIMARMI E NON FARMI VERGOGNARE

RICORDATI QUANDO DOVEVO CORRERTI DIETRO INVENTANDO DELLE SCUSE PERCHE NON VOLEVI FARE IL BAGNO.

QUANDO VEDI LA MIA IGNORANZA DELLE NUOVE TECNOLOGIE , DAMMI IL TEMPO NECESSARIO E NON GUARDARMI CON QUEL SORRISETTO IRONICO

HO AVUTO TUTTA LA PAZIENZA PER INSEGANRTI LABC

QUANDO AD UN CERTO PUNTO NON RIESCO A RICORDARE O PERDO IL FILO DEL DISCORSO . DAMMI IL TEMPO NECESSARIO PER RICORDARE E SE NON CI RIESCO

NON TI INNERVOSIRE .. LA COSA PIU IMPORTANTE NON E QUELLO CHE DICO

MA IL MIO BISOGNO DI ESSERE CON TE ED AVERTI LI CHE MI ASCOLTI.

QUANDO LE MIE GAMBE STANCHE NON MI CONSENTONO DI TENERE IL TUO PASSO

NON TRATTARMI COME FOSSI UN PESO .

VIENI VERSO DI ME CON LE TUE MANI FORTI NELLO STESSO MODO CON CUI IO LHO FATTO CON TE QUANDO MUOVEVI I TUOI PRIMI PASSI

QUANDO DICO CHE VORREI ESSERE MORTO NON ARRABBIARTI UN GIORNO COMPRENDERAI. CHE COSA MI SPINGE A DIRLO.

CERCA DI CAPIRE CHE ALLA MIA ETA NON SI VIVE SI SOPRAVVIVE.

UN GIORNO SCOPRIRAI CHE NONOSTANTE I MIEI ERRORI HO SEMPRE VOLUTO IL MEGLIO PER TEE CHE HO TENTATO DI SPIANARTI LA STRADA.

DAMMI UN PO DEL TUO TEMPO

DAMMI UN PO DELLA TUA PAZIENZA

DAMMI UNA SPALLA SU CUI POGGIARE LA TESTA

ALLO STESSO MODO IN CUI IO LHO FATTO PER TE.

AIUTAMI A CAMMINARE AIUTAMI A FINIRE I MIEI GIORNI CON AMORE E PAZIENZA IN CAMBIO IO TI DARO UN SORRISO E LIMMENSO AMORE CHE HO SEMPRE AVUTO PER TE.

TI AMO FIGLIO MIO E PREGO PER TE ANCHE SE MI IGNORI.

PAPA’

I bambini non devono sapere che si muore. O forse sì, ma solo nei film e nei videogiochi

I nostri bambini hanno una grande dimestichezza con il principio di distruzione: già a sette, otto anni hanno alle spalle una buona carriera di accoppatori di zombie, mostri, poliponi, brutti ceffi, tutti regolarmente liquidati da raffiche precise sparate nel videogioco. Loro stessi, come del resto accadeva da bambini anche ai loro fratelli maggiori e ai loro padri, spesso “muoiono”, perché colpiti a tradimento dal nemico di turno.

“Mi restano ancora sette vite”, garantisce mio figlio come un gatto, e riprende la sua battaglia immaginaria. E’ il gioco delle parti, una finzione teatrale in cui si ammazza e si crepa senza mai soffrire. In questi giorni, però, mi sono chiesto se i bambini devono avere un contatto reale con la malattia e la morte, o se non è il caso di intristirli inutilmente. Una zia sta male, e poi sta peggio, e viene ricoverata in ospedale o in clinica, smagrisce, tossisce tremendamente, la luce brillante del suo sguardo si opacizza, la sua solita allegria si spegne poco a poco. E poi, una notte, muore. C’è la camera ardente, i fiori attorno alla bara, e nella bara il corpo senza più vita, il cadavere – oh, che parola orribile. Ci sono gli amici di sempre, i parenti adulti, qualcuno piange, gli altri fuori parlano a voce bassa, ricordano, sospirano. E i bambini non ci sono, perché sono piccoli, innocenti, spensierati, perché non è il caso di farli incupire, di spaventarli. Non devono sapere che si muore, o forse sì, ma nei libri, nei film, nei videogiochi, dove si possono ancora sistemare le cose, dove nulla è veramente reale.

 

Il bambino deve sapere tutto, l’inglese, lo spagnolo, la musica, deve frequentare la scuola calcio, il judo, la piscina, deve migliorare, crescere, attrezzarsi per un futuro sempre più incerto: ma non deve sapere nulla della morte. Povera stella, lo vogliamo far piangere per zia? Non è meglio che se la ricordi simpatica e splendente, mirabilmente viva? E’ una rimozione profonda, la perdita della dimensione metafisica, assoluta, verticale: senza il contatto con la morte, la vita può confondersi, perdere la giusta valutazione degli eventi, imbrogliare la gerarchia dei valori. Credo che l’assunzione interiore dell’idea della morte non peggiori l’esistenza, tutt’altro, rende prezioso ogni giorno, ogni momento, abbassa ogni presunzione e ogni superbia, ci fa sentire parte della grande famiglia dei viventi – esseri umani, animali, alberi – destinata goccia a goccia a svanire e a ricrearsi.

 

Chi ha visto e capito la morte, ama la vita, perdona, avverte l’unità del tutto, l’energia che ci lega e ci slega. Il bambino che non ha visto, l’adolescente che non ha meditato, hanno perso un’occasione per avvicinarsi di più al senso ultimo dell’esistenza. Se viviamo nella distrazione, moriremo nell’insensatezza.Fonte

I politicanti litigano, e il 65% delle famiglie non arriva a fine mese

Il 65% delle famiglie italiane valuta che il proprio reddito è inferiore al necessario. A lanciare l’allarme è Bankitalia, che in due studi differenti sottolinea anche come sia aumentata la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. Via Nazionale descrive in due Quaderni di Economia e Finanza la difficile situazione delle famiglie italiane sotto gli effetti della crisi. Dagli studi emergono «chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata: la quota di quelle che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (contro il 50% degli inizi degli anni ’90). E l’incremento più diffuso di coloro che nel 2010 hanno segnalato un reddito inferiore a quanto ritenuto necessario si è verificata tra i nuclei che vivono in affitto, in cui il capo-famiglia è operaio oppure disoccupato, pensionato, impiegato a tempo parziale.

COLPITI I GIOVANI – Alcune famiglie, rileva Bankitalia, hanno risentito della crisi più di altre: in particolare, per i nuclei a basso reddito, per quelli giovani e per gli affittuari quasi tutti gli indicatori esaminati hanno registrato un peggioramento. E la propensione al risparmio è ulteriormente diminuita dopo il 2008 ed è aumentata la quota di famiglie con reddito insufficiente a coprire i consumi ed è aumentata la quota di famiglie con reddito insufficiente a coprire i consumi, in particolare per le famiglie a basso reddito: la metà dei nuclei appartenenti a questa classe ha entrate insufficienti a ripagare i consumi.

CONCENTRAZIONE DELLA RICCHEZZA – L’aumento degli squilibri, osservano ancora gli economisti della Banca d’Italia, è messo in luce anche dall’incremento della concentrazione della ricchezza: tra il 2008 e il 2010 la quota di ricchezza netta posseduta dai tre quartili di reddito più bassi è diminuita a vantaggio della classe più elevata. L’esigua frazione di ricchezza detenuta dai nuclei giovani si è ridotta ulteriormente. Se si considera una misurazione della povertà, che oltre al reddito, prenda in considerazione anche la ricchezza, emerge un peggioramento di tali indicatori fra il 2008 e il 2010, in misura particolarmente accentuata tra giovani e affittuari. Nel 2010 le famiglie povere di reddito e ricchezza al netto della casa di residenza erano l’8,8%, in lieve aumento rispetto al 2008. Tra quelle giovani invece l’incidenza della povertà è aumentata di quasi tre punti fino a raggiungere il 15,2%. Per gli affittuari la percentuale è ancora maggiore, pari al 26,1%, in aumento di 3,5 punti tra le ultime due rilevazioni.Fonte

Figlia posseduta dal demonio costretta a bere urina

Erano convinti che la loro figlia di dieci anni fosse posseduta dal demonio, una strega a loro dire, e per esorcizzarla le hanno fatto bere una miscela di urina e detersivo.

Questa è la triste storia che ha raccontato lei stessa. Figlia adottiva di una coppia della Repubblica del Congo, la ragazzina veniva mandata a scuola sporca e malvestita.

Sono stati gli insegnanti che avevano segnalato ai servizi sociali una disparità di trattamento tra i figli biologici della coppia e la figlia adottiva a rivelare ciò che aveva raccontato loro. Hanno parlato solo quando la bambina è stata allontanata dalla famiglia per paura che potessero farle altro male.
I genitori adottivi sono accusati di aver commesso abusi tra febbraio 2007 e febbraio 2008, oltre averle fatto bere la sua urina,

l’hanno più volte picchiata. La piccola era stata affidata a loro proprio perché a casa sua era maltrattata. Il quotidiano locale Tidning Boraas ha riferito che nel 2008, i genitori avevano chiesto soldi allo Stato per un esorcismo, la loro richiesta era stata respinta. La bambina è ora stata affidata ai servizi sociali. C’è da sperare che la scelta della prossima famiglia cui affidarla verrà fatta in maniera più approfondita. A mio parere ha già subito abbastanza.Il processo si terrà nei prossimi mesi.Fonte

I genitori gay inducono all’omosessualità

"I genitori gay inducono all'omosessualità"

 

“Crescere con due papà prima di tutto è una induzione ingiustificata a crescere gay, può farlo, ma deve essere una scelta del bambino. Sono contrarissimo alle discriminazioni sessuali contro i gay, sia chiaro, ma ho forti perplessità sull`adozione perché pongo al primo posto la tutela del bambino stesso”. Lo ha dichiarato Ignazio La Russa, fondatore e candidato del partito Fratelli d’Italia – Centrodestra Nazionale, davanti alle telecamere di “KlausCondicio” – il salotto tv condotto da Klaus Davi e visibile al link http://www.youtube.com/klauscondicio – rispondendo alla domanda “Secondo lei dal crescere con due papà che problemi psicologici possono nascere?”.

I GENITORI GAY – “Prima di tutto -prosegue La Russa- è un`induzione ingiustificata a crescere come gay; può farlo, certo, ma deve essere una sua scelta. Secondo me il diritto naturale, oltre che la nostra Costituzione, ci porta a una coppia formata da un uomo e da una donna. Il modello ipotizzato non va bene perché quello che va tutelato è il diritto di un bambino di poter scegliere dopo, in autonomia, e, se non può scegliere, come non possiamo scegliere noi che siamo nati con un padre e una madre, tutte le altre opzioni non possono essere imposte a un bimbo. In linea di massima posso immaginare – abbiamo esempi soprattutto cinematografici e, per la verità, nella vita io non ne ho visti molti – una coppia gay che alleva benissimo un figlio o una figlia. Può capitare, non lo escludo, ma immaginare che possa essere un modello è sbagliato. E` anche una menomazione, una limitazione del diritto dei bambini di poter godere dell`affetto di persone di sesso diverso, cosa che dà equilibrio”.

IN DEFINITIVA – “In definitiva – conclude il fondatore di Fratelli d`Italia – noi diciamo no all`adozione da parte di coppie gay anche perché sappiamo che tante donne che vivono con altre donne, lesbiche insomma per usare un termine comune, stanno già aggirando la norma delle adozioni perché, grazie alla fecondazione, fanno un bambino all`estero e poi tornano in Italia. Con una coppia gay come genitori cresce comunque un innocente, incolpevole bambino che magari vorrebbe avere un papà e una mamma e non due mamme”. (TmNews)

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