Romario: “Messi autistico”. E il padre di Leo minaccia le vie legali

 

Una smentita e la minaccia di azioni legali: il padre della Pulce è quantomeno seccato dopo il tweet di Romario. L’ex attaccante della Seleçao campione del mondo aveva cinguettato via social network: “Lo sapete che Messi ha la sindrome di Asperger? È una lieve forma di autismo che conferisce il dono di una focalizzazione e una concentrazione più grandi di tutto e tutti”. E ancora: “Anche Newton e Einstein avevano una qualche forma di autismo. Spero che, come loro, Messi si migliori di giorno in giorno e continui a donarci questo bel calcio”.

In teoria parole tutt’altro che velenose contro il pluri-Pallone d’Oro.  D’altra parte Romario è sempre stato attento a queste tematiche, già prima di candidarsi al Parlamento (col partito socialista, eletto nel 2010) e dopo il suo addio ad esso. Il Baixinho ha una figlia di otto anni affetta dalla sindrome di Down. Niente. Papa Messi non ha gradito comunque che suo figlio fosse associato all’autismo. Ecco dunque che ha minacciato la querela. Cosa che non ha per nulla intimorito Romario, già pronto al rilancio: “Secondo suo padre Messi non è autistico. Io non sono un medico per discutere della questione – aggiunge sempre via Twitter – Ma se vuole procedere per vie legali lo faccia pure”. Quindi ha indicato la sua fonte: la rivista brasiliana Exame, specializzata in economia. Nel numero di aprile è comparso un articolo dal titolo chiaro: “Messi, il sorpasso di un autistico”. Nel pezzo si legge, appunto, che l’attaccante del Barcellona soffrirebbe della sindrome di Asperger: “Ha lo sguardo che sembra non guardi, ma in realtà si concentra sull’obiettivo in modo totale. E proprio in funzione dell’autismo cerca di sfuggire alle pressioni delle interviste, dalle discoteche e, persino nella pubblicità, appare goffo mentre dice «listo», pronto”.

http://www.affaritaliani.it/sport/messi-romario-110913.html

Champions League: lo Shakhter Karagandy sacrificava animali prima delle partite

CHAMPIONS LEAGUE SHAKHTER KARAGANDY – Dal Kazakistan è arrivata una notizia clamorosa che non farà piacere agli amanti degli animali. La squadra dello Shakhter Karagandy faceva riti propiziatori sacrificando animali per il bene del club; il rituale veniva fatto alla vigilia di ogni partita di qualificazione alla Champions League della squadra. Lo Shakhter Karagandy è riuscita ad arrivare ai play-off del massimo torneo continentale eliminando il Bate Borisov nel primo turno preliminare e gli albanesi dello Skënderbeu Korce nel secondo. I kazaki hanno poi sfiorato l’impresa nel doppio impegno con il Celtic vincendo per 2-0 in casa e cadendo per 3-0 in Scozia al Celtic Park; pare che proprio nella partita di andata vinta contro i britannici, nella città di Qarağandy sia stata sacrificata una pecora per aiutare la squadra a vincere l’importantissimo match. Dopo la notizia, l’Uefa ha invitato la squadra kazaka ad astenersi da questo tipo di pratiche barbare, dalla sede delle federazione europea hanno fatto sapere che questo tipo usanze, seppur appartenenti alla cultura del luogo, non possono essere tollerate. L’Uefa ha, inoltre, minacciato multe salate nel caso in cui questa pratica dovesse contunuare.

http://www.calcio.netsons.org/champions-league-lo-shakhter-karagandy-sacrificava-animali-prima-delle-partite/

Il terno dell’imbecille

Vuoi diventare ricco?….Niente di più facile, basta recarsi in una ricevitoria e scommettere su un ambo,un terno, oppure quaterna e cinquina.Bello vero!……Si, quello di perdere sempre e vedersi sempre fregare sul più bello.Però l’operatore al telefono mi aveva assicurato che prima o poi avrei vinto!……Ecco, prima o poi, forse mai.Veniamo al punto:Si chiama la trasmissione che promuove sistemi che faranno vincere di sicuro, stai in attesa per circa 7\8 minuti( tutta pubblicità) e paghi già i primi 15euro di telefono.Dopo ti risponde una gentile signorina con voce  soave la quale ti consiglia vari sistemi e numeri da giocare con cotanto di vincita prospettica, e mentre parli hai speso altre 10euro di telefono.Conclusa la telefonata ti rechi a giocare con il cuore colmo di sicurezza che diventerai ricco.Ma aimè, la realtà sarà ben diversa, e conti alla mano oltre alla posta giocata hai perso altre 25euro in telefonate.Allora ti dovrai chiedere il perchè della mancata vincita.La risposta è facile: non esistono sistemi,alchimie,emagie per far vincere,ma esiste solo la fortuna. Questi signori che propongono sistemi sicuri per vincere, non avrebbero bisogno di una trasmissione,di pubblicità,di operatori telefonici per campare, ma giocherebbero il loro sistema e sarebbero ricchi in pochi minuti.In verità dei vincitori esistono, e sono l’operatore telefonico, e la trasmissione che propone il servizio, perchè sono talmente tanti quelli che chiamano, che sicuramente il terno dell’imbecille darà i suoi frutti.

L’unico metodo sicuro è dato dal rapporto Sorte=uscita della giocata\Tempo= periodo trascorso dalla prima giocata alla sua uscita.Questo sifnifica che se giochi un ambo, potrai vincere al primo colpo, come anche dopo dieci anni.Questo vale per tutte le sortite perhè ogni estrazione è indipendente da quella successiva.In poche parole ogni estrazione una volta conclusasi torna allo stato originale, ed è impossibile applicare qualsiasi modello statistico matematico.Tutte le previsioni sono solo frottole da bar, e sfido chiunque a provarmi il contrario.

Per la Corte di Cassazione il poker è un gioco d’abilità

Altro colpo a favore dei circoli di poker, ma la regolamentazione resta ancora un punto di domanda.

Riuscirà l’ennesima sentenza a favore del poker live, arrivata stavolta dalla Corte di Cassazione, a smuovere le acque di un settore, quello dei circoli, che continua a vivere in un limbo, sospeso tra la legalità e la non-legalità (perché a questo punto non si può parlare di illegalità)?

La notizia non è nuova, e di pronunciamenti pro-poker da parte della Giustizia ce ne sono già stati parecchi. Ma stavolta la Corte di Cassazione è stata piuttosto chiara: “Il Texas Hold’em non è gioco d’azzardo e pertanto non è reato organizzare tornei, dato che si tratta di un gioco in cui l’abilità prevale sull’alea”. E tanti saluti alla procura di Alessandria, che aveva chiesto il sequestro di un circolo in cui si giocavano tornei di poker da 50 euro.

La Cassazione è andata oltre, stabilendo alcuni paletti che potrebbero rappresentare un punto di partenza verso quella regolamentazione che la classe politica promette agli amanti dell’Hold’em ormai da anni, ma che continua a rimandare a tempo indeterminato.

La Corte ha infatti stabilito che le forme “tradizionali” del poker sono da considerare giochi d’azzardo, ma che i tornei di poker sono invece giochi di abilità e che gli eventi di Texas Hold’em dal vivo rientrano in questa categoria, purché il buy-in sia prefissato e non ci sia la possibilità di effettuare re-buy; inoltre ai giocatori deve essere garantita la stessa quantità di chip iniziali e i premi (in denaro o altri beni) devono essere stabiliti prima dell’inizio del gioco.

Non viene specificato, ma è facile ritenere come per “forme tradizionali di poker”, la Corte di Cassazione intenda riferirsi al cash game, dove – tra le altre cose – decade il principio per il quale a tutti i partecipanti, all’inizio di una partita, viene consegnato lo stesso numero di chip.

Nel cash game, come ben sappiamo, ciascun giocatore può dotarsi di quante chip desidera, rispettando i limiti del tavolo. Inoltre, nelle partite cash non è possibile prevedere quanto si vincerà (o quanto si perderà).

Il ragionamento della Cassazione può anche essere discutibile, ma è evidente come una sentenza del genere potrebbe (e dovrebbe) indurre chi di dovere ad affrettare la reintroduzione del poker live al di fuori dei casinò, cosa che in teoria sarebbe dovuta avvenire già a gennaio, quando è scaduto – invano – il bando per le prime 1.000 concessioni.

Lo abbiamo già scritto più volte, ma purtroppo tocca ripetere ciò che ormai è diventato un mantra: non ci resta che (piangere?) aspettare.

http://www.pokerlistings.it

Reality olandese mangiano carne umana

Un reality olandese condotto da Denny Storm e Valerio Zeno chiamato “Cavie” dove gli autori  chiedono ai due conduttori se vogliono mettersi alla prova sui tabù della natura umana e principalmente del cannibalismo.La prova è veramente orribile, i due dovranno mangiare carne umana in padella.I due si dicono pronti alla prova, ma naturalmente non avendo a disposizione carne umana, verrà tolta a loro due sia dal sedere che dalla pancia.L’uno  mangiava la carne dell’altro e con ironia chiedevano che fosse condita meglio.Questo ha suscitato indignazione nell’opinione pubblica olandese, e ci saranno degli strascichi giudiziari perchè in Olanda il cannibalismo è vietato dalla legge.

FuoriDiTesta

Corte UE, attacco Goldbet alle scommesse made in Italy

Il sistema delle scommesse italiano – che produce ogni anno circa 4 miliardi di euro di incassi, con un utile erariale attorno ai 180 milioni di euro – è di nuovo sotto attacco da parte di allibratori esteri. Il 18 aprile, in Lussemburgo, si

 

svolgerà una nuova puntata del contenzioso che vede contrapposti il Governo italiano e bookmaker stranieri – in questo caso gli austriaci di Goldbet – che scommettono sulla possibilità di raccogliere puntate nel nostro paese senza la concessione dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli. Dopo tre sentenze della Corte europea – nel 2003, 2007 e 2012 – che hanno dato una forte scossa al mercato, creando un enorme danno ai concessionari autorizzati, stavolta l’offensiva riguarda l’articolo 88 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza (Tulps), per la parte in cui riserva il rilascio dell’autorizzazione di polizia soltanto alle sale scommesse in possesso di una concessione rilasciata da Aams. Sarà la prima volta in cui l’articolo del Tulps – su istanza del Tar Toscana – finisce davanti ai giudici della Corte di Giustizia, che ascolteranno le ragioni della parte privata, della Commissione Ue e degli stati membri, prima delle conclusioni dell’Avvocato generale della Corte e della sentenza, attesa nella primavera 2014. Il Governo italiano, per risolvere la questione, suggerisce alla Corte di Giustizia di concludere – è riportato nei documenti d’udienza, che Agipronews ha potuto leggere – che “la licenza di pubblica sicurezza va rilasciata esclusivamente ai concessionari autorizzati dai ministeri competenti” e ribadisce la compatibilità tra gli articoli 49 e 56 del Trattato europeo (rispettivamente libertà di  stabilimento e di prestazione di servizi) e le clausole delle convenzioni che prevedono la decadenza per i titolari di concessione che trasferiscano giocate verso l’estero. La Commissione Europea indica alla Corte come il rilascio dell’autorizzazione di polizia previsto dal sistema italiano non sia “contrario ai principi dell’Unione a patto che tale restrizione sia proporzionata agli obbiettivi legittimamente perseguiti e non discriminatoria”. Secondo Bruxelles, peraltro, le norme contenute nello schema di convenzione tra l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato e l’aggiudicatario della concessione “devono essere formulate in modo chiaro, preciso ed univoco”, in particolare nella parte in cui esse prevedono una clausola di decadenza delle concessioni nel caso in cui sia verificato anche lo svolgimento di un’attività transfrontaliera, cioè di trasferimento di giocate dall’Italia verso l’estero, da parte del concessionario. Infine, la Commissione Ue conferma la necessità di un doppio controllo (sia nel paese in cui risiede il bookmaker che in Italia) sui gestori di scommesse: “Gli Stati Membri – è scritto nella memoria depositata – non sono tenuti ad accertare sistematicamente che l’interesse generale protetto sia lo stesso di quello dello Stato Membro di stabilimento del prestatore di servizi”, tenendo anche conto “dell’ampio margine discrezionale di cui gli Stati Ue dispongono” in materia. Una sorta di pietra tombale su ogni ipotesi di deregulation comunitaria nel gambling.