IL libro nero su Beppe Grillo

Dalla palla magica Wash Ball decantata sui palchi di mezza Italia, una sfera di materiale palstico da inserire nella lavatrice che sarebbe stata in grado di sostituire completamente ogni tipo di detersivo (i test effettuati in laboratorio hanno evidenziato che l’acqua pubblica senza nessun tipo di additivo lava i tessuti raggiungendo lo stesso tipo di bianco), fino all’uovo da cuocere sistemato tra due telefoni cellulari in azione (esperimento che ripetuto in laboratori attrezzati scientificamente non è stato possibile verificare con alcun tipo apparecchio). Per concludere con l’innamoramento per il guru del web Casaleggio avvenuto in camerino dopo uno spettacolo e la decisione di buttarsi in politica.

E poi congiure politiche, espulsioni, lettere minatorie, minacce di morte. Una saga degna dei partiti della casta che lui vorrebbe cancellare e annientare. Una galoppata narrativa di oltre trecento pagine intorno e dentro al fenomeno Grillo e al Movimento 5 Stelle, dalle origini fino al risultato clamoroso delle ultime elezioni politiche.

prometeo

La racconta il giornalista e scrittore Mauro Carbonaro e la pubblica un combattivo editore romano, Iacobelli ne “Il libro nero del Movimento 5 stelle – Grillo vale uno”. Se, come ha scritto qualcuno, la vita di un individuo vista nella sua interezza è impossibile da decodificare, quella di Beppe Grillo comico televisivo e poi leader politico folgorato sulla via di Damasco del web, vista in successione è stupefacente.

L’autore del libro ha lavorato per oltre un anno e mezzo raccogliendo materiale e parlando con persone espulse dal Movimento (principalmente per eccesso di protagonismo), arrivando a mostrare nel volume la copia standard della lettera dello studio legale che si occupa di espellere i reprobi. La parte dell’opera che scava nel rapporto tra gli attivisti del Movimento e il sito di Grillo (Beppegrillo.it) si può leggere come un romanzo a tinte fosche con la conclusione che a tutt’oggi è impossibile sapere chi si nasconda dietro la sigla “lo staff” che censura, propone disfa i commenti degli attivisti in maniera del tutto arbitraria e spesso senza alcun motivo apparente.

E’ una “firma collettiva” oppure lo spettinato Casaleggio a vergare i messaggi di commento sul blog? Questo non è dato sapere. Ampio spazio è dedicato alla ricostruzione della parabola di alcuni dei casi che hanno avuto una notevole risonanza mediatica: il fuori onda “rubato” a Giovanni Favia, consigliere regionale eletto in Emilia che vìola il divieto di Grillo di partecipare a trasmissioni televisive e che viene cacciato immediatamente dal partito con lettera raccomandata. Stessa sorte tocca alla consigliera comunale di Bologna Federica Salsi, rea anche lei di aver partecipato a una trasmissione televisiva.

E poi il caso Tavolazzi primo espulso via blog in assoluto a Ferrara perché chiede una maggiore democrazia interna tra gli iscritti. Lo “staff” di Grillo (oppure Grillo in persona?) si dimostra peggiore dei politici italiani – come racconta l’autore del libro- quando chiede di rimuovere la parodia musicale della canzone della coppia Merighi Troja, due autori siciliani che lo scimmiottano dalla piattaforma di youtube. Un evento simile non si vedeva dai tempi della querela di Massimo D’Alema nei confronti del disegnatore satirico Giorgio Forattini.

prometeo

Emerge dal volume come gli appartenenti al Movimento abbiano una scarsissima autonomia di pensiero e nessun canale di ritorno. Quando ricevono una comunicazione dall’alto (da chi?), è esclusivamente perché vengono purgati e allontanati dall’organizzazione. Infine il guru Casaleggio, il Grande Vecchio del Movimento che attraverso la struttura dei meet up ha portato Grillo al trionfo elettorale: una macchina infernale della quale non si sa assolutamente nulla su chi abbia il controllo. Qui il volume rivela la mancanza di un’analisi di secondo livello.
All’autore sfugge che le due “invenzioni” che hanno rivoluzionato la politica italiana negli ultimi trenta anni vengono da oltreoceano: americano era il “contratto” con gli italiani che portò al trionfo Silvio Berlusconi nel 1994, e sempre “made in stelle e strisce” è il meet up che aiutò un candidato alle elezioni presidenziali a recuperare vorticosamente nel finale. Una scopiazzattura bella e buona insomma. Solo gli eventi potranno giudicare l’apporto reale dei grillini al cambiamento della politica italiana, ma guardare dentro la struttura del loro movimento, attraverso il volume, fa letteralmente venire i brividi. La realtà non è ancora chiara.Fonte

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